Recentemente un amico mi ha chiesto di installare Microsoft Office [1] sul suo PC. Un po’ sorpreso, perché so che già aveva Libre Office [2], mi diceva che serviva alla figlia per delle esercitazioni scolastiche (alle medie, se ben ricordo).

L’amico, mi spiegava anche che alcuni genitori avevano fatto presente la possibilità di risparmio con un software open [3], ma inutilmente.
Ci sarà anche la crisi, i soldi saranno pochi, ma evidentemente il modo per buttare euro non mancano. Sarà ignoranza o pigrizia dell’insegnate per imparare un ambiente del tutto equivalente a Microsoft Office o magari solo ottusità?

D’altro canto altri ambienti danno molto valore all’open source. Si tratta della United Space Alliance [4] che ha deciso di sostituire Windows [5] su laptop presenti sulla stazione spaziale ISS [6].
La sostituzione è motivata da maggiore sicurezza e stabilità che il sistema GNU/Linux [7] può garantire (si tratta di Debian, in questo caso). A questo si aggiunge la piena disponibilità del software, che permette modifiche e implementazioni senza il rischio di “misteriosi” e incontrollabili comportamenti.
Del resto Linux, in varie forme era già presente sulla stazione ISS, come è presente, senza annunciarlo apertamente, in molte nostre applicazioni di tutti i giorni.

Due comportamenti agli estremi, ma significativi, del modo di affrontare i nostri problemi informatici.