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La fine vita di XP pone diversi problemi per la sua migrazione ad un diverso s [1]istema operativo (S.O.) [1]. Anche se nell’immediato non si presentano evidenti problemi, è bene pianificare il passaggio per evitare criticità, principalmente di sicurezza, ma anche di inoperatività e incompatibilità con nuove applicazioni.
La migrazione ha un onere che può indurre a rimandare l’operazione, ma con un occhio attento è possibile evidenziare vantaggi, specie a medio e lungo termine, che mitigano se non annullano i costi. Si tratta di evitare i costi dovuti a blocchi, virus e perdita di dati, ma anche di ottenere migliori prestazioni, un aumento di produttività e un risparmio energetico legato a migliori prestazioni dell’hardware e del software. Quindi non solo una spesa, ma anche una opportunità.
I principali problemi che si possono incontrare nelle operazioni di migrazione si possono ridurre ai seguenti punti:
Il fermo macchina è inevitabile perché, anche restando in ambito Microsoft, non esistono procedure di aggiornamento diretto da XP a Windows 7 o Windows 8.
Occorre reinstallare il S.O. dopo il salvataggio dei dati locali dell’utente.
Questa limitazione è ragionevole, molte cose cambiate megli attuali S.O., nonostante le varie service pack. XP è vecchio e la sua vita è andata oltre le aspettative (XP è stato rilasciato nel 2001), specie quelle dei vendor, che fanno degli aggiornamenti anche un motivo di business.
Una nuova installazione garantisce migliori prestazioni e stabilità, evitando di trascinarsi appresso parti ‘sporche’ del vecchi S.O. La necessità del backup e successivo restore può essere presa come l’occasione per rivedere l’organizzazione dei dati. Le aziende con una politica di gestione dei dati hanno buona parte di questi, se non tutti, in storage di rete e non in locale sulla workstation, con evidenti vantaggi sui tempi di backup che si riducono ad eventuali profili o policy locali, quando anche questi non sono centralizzate su un server.
Hardware vecchio o scarse risorse si affrontano decidendo se aggiornare l’hardware, ad esempio con l’ampliamento della memoria, o sostituendolo completamente, Unica alternativa è adottare un S.O. come Linux, normalmente meno oneroso, in termine di risorse.
I nuovi sistemi operativi hanno migliori funzionalità, ma sono progettati per le peculiarità dell’hardware attuale e generalmente richiedono maggiore potenza. Un aggiornamento può essere vantaggioso se il componente critico è la memoria RAM o al più il disco, che hanno prezzi relativamente bassi e sono facili da aggiungere. Più critica, se non impossibile, la sostituzione della CPU o della scheda video con costi certamente più elevati. Se si mantiene il vecchio hardware, l’occasione è buona per aggiornare il firmware (il BIOS) del PC.
La sostituzione dei PC, perlomeno quelli più vecchi e ritenuti obsoleti, porta a maggiori prestazioni e minori costi energetici, che è bene non trascurare.
Il software in uso su XP può non essere supportato dal nuovo S.O.. Ad esempio le versioni di Microsoft Office 2000 e precedenti, ancora molto diffuse in XP, non sono più compatibili con Windows 7, mentre Office 2003 e precedenti non sono compatibili con Windows 8. Inoltre, al pari di XP il supporto Microsoft per Office 2003 è finito.
Problemi simili si possono riscontrare con numerose altre applicazioni. Particolarmente critiche possono essere le applicazioni specifiche per la gestione aziendale. Queste spesso sono personalizzate per il cliente e la loro manutenzione è a cura del fornitore/produttore, che a volte non rilascia aggiornamenti con particolare solerzia.
Quindi servono le dovute verifiche prima della migrazione, eventualmente approntando un ambiente di test.
Per i programmi di produttività individuale come office e applicazioni grafiche, esistono le nuove versioni (e il relativo onere di acquisto). Una possibile ed economica soluzione è data dalle applicazioni Open Source [9], come LibreOffice o GIMP. Si tratta di programmi ampiamente testati e ricchi di funzionalità al pari degli equivalenti pacchetti commerciali.
Come accennato la migrazione di applicazioni aziendali può essere più problematica. Qualora non sia disponibile una versione funzionante con i nuovi S.O. si può verificare la possibilità di ricorrere alla virtualizzazione [10], per la quale sono possibili un paio di varianti: la virtualizzazione di XP nei nuovi ambienti o la virtualizzazione della sola applicazione (Application Virtualization).
In ogni caso rimane un espediente temporaneo e non un soluzione definitiva. Quanto prima è bene muoversi verso una applicazione funzionante in modo nativo nel nuovo sistema operativo.
L’impatto delle nuove soluzioni con l’utente sembra apparentemente il male minore, in realtà il cambiamento del modo di operare porta una difficoltà a molti non gradita. La tendenza è mantenere il vecchio modo operativo anche a rischio di ignorare nuove e importanti funzioni. Lo scrivente, a volte è uno di questi utenti ‘pigri’. Una tesi ragionevole, tanto che in windows 8 la poco gradita –da parte degli utenti- scomparsa del bottone di start è stata ripristinata su windows 8.1.
Si capiscono i nuovi comandi legati a nuove funzionalità, ma non si capisce la ‘moda’ di modificare e spostare i comandi delle funzionalità che non hanno subito modifiche fra le varie versioni. Le giustificazioni sembrano essere studi sull’ottimizzazione dell’interfaccia uomo-macchina. Il sospetto è la tendenza a vendere per nuovo ed innovativo anche le cose che così nuove non sono.
Per mitigare il problema occorre il coinvolgimento alle scelte aziendali, magari pilotato, dell’utenza, oltre alla indispensabile formazione che certamente aumenterà la efficienza nell’uso delle applicazioni.
La sostituzione di XP con altro richiede, in ogni caso una nuova installazione. Preventivamente sono necessarie le opportune verifiche di compatibilità hardware e software.
In ambito Microsoft sono disponibili due soluzioni:Windows 7 e Windows 8 (ora 8.1) nella versione professional.
Win7 mantiene una interfaccia più simile a quella di XP che non Win8. Al momento molte aziende lo preferiscono, tanto che, nel mondo professionale, i nuovi PC spesso vengono offerti con licenza Win8, ma con Win7 preinstallato in downgrade.
Con Win7 nel caso di incompatibilità del vecchio software con il nuovo S.O., è possibile ricorrer a Windows XP mode. Si tratta di una macchina virtuale XP, semplice da installare e con licenza compresa in quella di Win7. Nella maggior parte dei casi le applicazioni installate su una macchina XP mode possono essere utilizzate in modo trasparente, senza che l’utente si renda effettivamente conto di operare con una macchina virtuale. La controindicazione all’uso di Win7, forse l’unica, è che è stato rilasciato nel 2009, quindi avrà una vita minore rispetto al più recente Win8. Microsoft ha pianificato il fine vita nel 2020 (http://windows.microsoft.com/it-it/windows/lifecycle [13]).
Ove possibile si migri a Win8. La maggiore difficoltà nell’uso dell’interfaccia grafica potrà essere compensata con una maggiore vita. Al momento, Win8 presenta certamente maggiori problemi di compatibilità con il software, ad esempio MS Office 2003 gira su Win7 (con le opportune service pack), ma non su Win8. Anche con Win8 è disponibile la virtualizzazione, ma a differenza di Win7, se si installa una macchina virtuale XP, la licenza non è inclusa in Win8, ne è acquistabile perché non più disponibile.
Win8 ha certamente maggiori richieste in termine di hardware, quindi sarà più difficile mantenere il vecchio PC.
Un cambiamento drastico.
Qualora si abbandoni il mondo Microsoft, le soluzioni sono due: OS X di Apple o Linux.
OS X è un ottimo sistema operativo, stabile e prestante, ma è una soluzione certamente costosa, e richiede la sostituzione dell’hardware (Apple).
Microsoft Office è disponibile anche per OS X. Per altre applicazioni, se non esiste la corrispondente OS X, si può ricorrere alla virtualizzazione, ad esempio con Parallel.
La soluzione Linux è certamente più economica, al limite a costo zero, anche se esistono soluzioni commerciali come Suse Linux Enterprise Desktop (SLED), dove il costo copre il supporto Suse.
Le applicazioni per la produttività individuale, come LibreOffice o GIMP, sono valide, stabili e del tutto paragonabili ai prodotti commerciali. Quasi inutile sottolineare che sono open source, quindi gratuite. Per applicazioni non disponibili per l’ambiente Linux esistono soluzioni di virtualizzazione (e affine). Ad esempio Microsoft Office può essere fatto funzionare in Linux attraverso WINE, anche se la ovvia alternativa è un prodotto office per Linux.
L’accesso alla posta, in qualunque ambiente, non presenta particolari problemi. Client di posta per i protocolli SMTP, POP3 e IMAP, sono disponibili in tutti gli ambienti, Microsoft, OS X e Linux. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.. I client per Microsoft Exchange server sono disponibili sia per Microsoft (ovviamente) che per OS X e Linux. In Linux, ad esempio si può utilizzare Evolution, installabile anche su Windows, ed evitare l’acquisto di Outlook.
Come si è evidenziato le soluzioni sono molteplici, come i problemi! Questo suggerisce la necessita di una buona analisi preventiva e di un conseguente piano di migrazione. Si può anche prendere in considerazione un ambiente misto, con diversi sistemi operativi Windows e Linux per cercare di cogliere il meglio delle varie soluzioni.
Per snellire e velocizzare le operazioni, la migrazione può essere supportata di strumenti che automatizzano le procedure di installazione del S.O., come la distribuzione del software applicativo. Si tratta si strumenti ad hoc o più genericamente di applicazioni per la gestione dell’asset informatico.
In ogni caso un costo per l’azienda, per una operazione che comunque andrà affrontata. Tanto vale cogliere l’occasione per una riorganizzazione, una attenta valutazione delle necessità aziendali e l’applicazione delle relative soluzioni convogliando gli forzi verso una strategia che possa migliorare l’operatività e la prestazione dei sistemi e quindi l’efficienza aziendale.
Una opportunità è l’uso del software Open Source, maturo e stabile nella maggior parte dei casi. Il risparmio ottenuto con l’open source può essere trasferito alla formazione degli utenti, sempre con l’idea di migliorare l’efficienza aziendale.
In conclusione un onere che si può trasformare in una opportunità, basta fare le cose per bene e, magari, rivolgersi ad un serio professionista che possa consigliare e guidare l’azienda verso le migliori soluzioni.
Links
[1] https://www.rfc.it/sistemioperativi/sistemi-operativi
[2] https://www.rfc.it/comment/reply/442#comment-form
[3] https://www.rfc.it/category/categoria/windows-xp
[4] https://www.rfc.it/category/categoria/migrazione
[5] https://www.rfc.it/category/categoria/asset-aziendale
[6] https://www.rfc.it/category/tipologia/sistemioperativi
[7] https://www.rfc.it/comment/reply/443#comment-form
[8] https://www.rfc.it/comment/reply/444#comment-form
[9] https://www.rfc.it/oss
[10] https://www.rfc.it/content/le-macchine-virtuali
[11] https://www.rfc.it/comment/reply/445#comment-form
[12] https://www.rfc.it/comment/reply/446#comment-form
[13] http://windows.microsoft.com/it-it/windows/lifecycle
[14] https://www.rfc.it/comment/reply/447#comment-form
[15] https://www.rfc.it/comment/reply/448#comment-form